martedì, maggio 06, 2008


Si si lo so, ieri era 5 maggio e nella storia ne sono successe di cotte e di crude. Si, so anche che si avvicina la festa di San Nicola, patrono di Bari che è già tutta bella e agghindata con le luminarie per le feste per il santo alla cui devozione si piegano le ginocchia di milioni di cattolici, cristiano ed ortodossi, e quindi in questi giorni si deve osservare un comportamento morigerato e ripettoso. Non si dovrebbero ammazzare di botte le persone, per esempio; come non ci si dovrebbe fare i fatti altrui, soprattutto se sei lo stato e nessuno ti ha autorizzato.
Ma nonostante ciò la memoria spesso è attiva, e mi piace tenerla in
allenamento. Così mi sovviene che oltre alla memorabile poesia del Mazoni, non quello della "merda d'artista", ma quello che scrisse i promessi sposi, dedicata a Napoleone Bonaparte, il 5 maggio parla anche di un altro grande uomo.
Si chiamava Bobby Sands e combatteva per la libertà dell'Irland del Nord dall'oppressione britannica. Iniziò uno sciopero della fame nel carcere di Long Kesh e si lasciò morire dopo indibili sofferenze senza mai piegarsi alla lady di ferro. Bobby, già comandante dell'IRA Esercito Repubblicano Irlandese fu il primo di una lunga serie di martiri irlandesi morti non piu' solo nelle strade presidiate dalla polizia di sua maestà, ma anche nelle carceri in condizioni disumane, senza il riconoscimento dello status di prigioniero politico proprio per fiaccare lo spirito e l'anima della lotta del popolo irlandese, prima ancora che le forze materiali.

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