giovedì, ottobre 09, 2008

Francesca Mambro fuori dal carcere


E' con piacere, seppur fra mille polemiche, che leggo della disposizione della libertà condizionale per Francesca Mambro, membro storico dei NAR e moglie di Valerio Giuseppe Fioravanti, leader indiscusso della formazione eversiva di estrema destra.

Prendo questa posizione perchè, fra tutti gli omocidi politici, le vendette e le brutali aggressioni che si scatenarono nell'ambiente fascista romano, e alla quale la Mambro prese parte, non trova spazio la strage di Bologna. E non solo perchè il processo si basa su prove quantomeno traballanti e spesso estorte ai pentiti, non solo perchè si svolse in un clima da caccia alle treghe che imponeva di trovare e presnetare all'opinione pubblica un colpevole (e le figure della Mambro e di Fioravanti ben si prestavano a questo ruolo visto il loro curriculum criminale).
Ma soprattutto perchè chi si è preso la briga di studiare la storia d'italia, e dei movimenti extra-parlamentari degli anni '70 e '80, non può ignorare che la strategia, la poitica e le battaglie dei NAR andavano proprio contro quel sistema di interconnessioni fra fascismo istituzionale e servizi segreti di cui MSI e movimenti di destra erano fautori. I NAR combattevano in primo luogo i "fascisti sporchi", chi faceva gli affari con lo stato e vendeva i "camerati". Sulla base di questa impostazione la loro folle guerra contro tutti era in realtà una guerra contro lo Stato, da destra, e contro l'immobilismo di quei fascisti in giacca e cravatta che iniziavano ad entrare nelle istituzioni. In parole povere i NAR sparavano ai fascisti moderati, furono i primi a sparare da destra alle forze dell'ordine, a scontrarsi selvaggiamente con queste e a compiere vere e proprie esecuzioni di sbirri, sempre in una logica spontaneistica e paranoica, piuttosto che organizzata e sistematica. Tanto da differenziarsi radicalmente dall'estremismo di sinistra proprio per la mancanza di una volontà di "prendere il potere".
Cercavano, e otenevano, lo socntro costante con le forze e gli apparati dello stato, fino alle estreme conseguenze. Ed è anche per questo che ben si prestavano ad essere additati come i cattivi e gli stragisti, senza che venisse individuata da nessuna parte la portata a suo modo rivoluzionaria della loro esperienza. Ed è per questa loro storia e pratica che continuano a rifiutare la sentenza che li bolla come stratigsti.
Mambro-Fioravanti hanno avuto una condotta che li ha portati ad ascriversi tutti gli omicidi che avevano commesso e che, seppur pazzeschi come scelta e folli come strumento di lotta, avevano una loro logica mirata, individualistica e se vogliamo tutta interna o alla lotta con i "compagni" o interna ai loro stessi movimenti; ma hanno sempre rifiutato con sdegno, anche nei frequenti contatti con i parenti delle vittime, l'etichetta di stragisti. "Buona parte della nostra violenza parte proprio dall'esigenza di dimostrare che i fascisti NON erano tutti come quelli che mettevano le bombe", dice Fioravanti in una storica intervista ( Parte 1 , Parte 2 )
Mai hanno sparato a casaccio o messo bombe indiscriminate. Mai hanno accettato, i NAR in particolare, di usare metodi torbidi di sabotaggio insieme allo stato o con strategie da questo mutuate.
Ed è per questo che se si è studiata la storia d'Italia la strage di Bologna puzza di bruciato e di depistaggio e nulla ha a che vedere con la storia politica, le azioni e i crimini dei NAR. Unita al clima e alla mancanza di prove serie nei processi...
E' anche sulla base di riflessioni di questo tipo che nasce il comitato "...e se fossro innocenti?" animato da esponenti politici e del mondo della cultura di destra, di centro, di sinistra e di movimento.
E se davvero fossero innocenti?

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